ITIS “Cardano” Pavia: RO-BUSTO

Ente promotore: Istituto Tecnico Industriale Statale “G. Cardano” di Pavia

Comunità coinvolta: Pavia

Bando: IV 2022

Settore d’intervento: ambiente e territorio

Importo stanziato dalla Fondazione: 10.000 Euro

 

Che cosa c’entra la costruzione di un robot con la salvaguardia dell’ambiente?

All’apparenza sembrano due gesti distanti invece la Storia di Comunità che raccontiamo oggi racchiude entrambi. Parliamo di un progetto innovativo che coinvolge giovani studenti pavesi, il mondo dell’istruzione, l’ecologia sostenibile. Ecco perché “RO-BUSTO”, presentato dall’Istituto Tecnico Industriale Statale “G. Cardano” di Pavia, è stato co-finanziato dalla Fondazione Comunitaria all’interno del IV Bando 2022 “Ambiente e Territorio”, aperto grazie alla collaborazione con PaviaAcque e ASM Pavia.

Si trattava di un Bando tematico con raccolta a progetto. I fondi a disposizione ammontavano a 49.980 euro (41.000 euro messi a disposizione dalla Fondazione Comunitaria grazie a risorse territoriali di Fondazione Cariplo, 4.980 euro da PaviaAcque e 4.000 euro da ASM Pavia). L’obiettivo era promuovere la tutela, la promozione e la valorizzazione della natura e del paesaggio.

All’iniziativa del “Cardano” sono andati 10.000 euro di contributo.

Il progetto, che dovrebbe essere concluso tra ottobre e dicembre di quest’anno, è partito con il desiderio di realizzare un busto robotico, istanza di “InMoov”, primo robot Open Source a grandezza naturale stampato in 3D, ideato dallo scultore e designer francese Gael Langevin. E l’attività di studio ha come matrice predominante proprio un forte rispetto dell’ambiente e delle risorse ambientali, in una stretta connessione con i principi di economia circolare richiesti dall’Europa e dal nostro Paese nei programmi di transizione ecologica.

I protagonisti della ricerca, sotto la super visione della dirigente scolastica Giancarla Gatti Comini, sono gli studenti che nel 2022 frequentavano le classi 4CI e 3AI, coadiuvati dai professori Nicola Muto e Aurora Alicino. È stata coinvolta anche un’azienda di settore del territorio – IdeaComputer di San Martino Siccomario – che ha messo a disposizione le proprie competenze grazie a un referente, Paolo Lauria, e a un tutor aziendale, Carlo Cicerale.

Il professore Nicola Muto (Foto: La Provincia Pavese)

Tecnicamente il sistema robotico comprende una parte hardware e una parte software. La parte hardware è a sua volta scomponibile in una sotto-parte meccanica ed elettronica. La parte meccanica prevede la struttura, realizzata tramite stampa 3D, in materiale termoplastico riciclabile, di 18 servomotori e minuterie varie. La parte elettronica è costituita da 2 schede a microcontrollore, una postazione pc fissa per sviluppo e controllo e una postazione mobile per gli exhibit. La parte software è modulare, implementata dagli studenti e denominata “Ultimate Robot Lab”.

«L’attenzione per l’ambiente – hanno spiegato alla Fondazione gli ideatori del progetto – si deve riflettere anche nell’uso delle nuove tecnologie digitali che possono diventare un alleato importante nell’attuale momento di forte cambiamento. Nasce quindi il bisogno di stimolare la sensibilità delle nuove generazioni, istruirle ed educarle a considerare il rispetto per l’ambiente e l’innovazione digitale come un unicum, da cui dipende il nostro futuro. Per la realizzazione del busto robotico verranno utilizzate termoplastiche e quindi componenti che possono essere riciclate, così da insegnare ai ragazzi che anche la fase di progettazione e di realizzazione deve essere orientata, in un’ottica di economia circolare e di rispetto ambientale, al recupero ma soprattutto al riutilizzo, consentendo ai componenti una seconda vita. La realizzazione della stampa 3D di ogni pezzo è preceduta da uno studio che ha come scopo l’insegnamento della riduzione degli scarti e l’ottimizzazione del processo di stampa. Gli stessi materiali di scarto dei prototipi saranno raccolti per essere di nuovo fusi al fine di realizzare nuove bobine di stampa».

Inoltre, sul robot sono presenti due telecamere con SW di AI per riconoscimento immagini: questo potrà consentire di studiare e progettare dei “comportamenti” del robot come individuare e classificare rifiuti per tipologia di recupero e riutilizzo, oppure, in ambito agricolo, di sviluppare sistemi di analisi delle essenze vegetali, attraverso sensori intelligenti e big data come quelli finanziati dal progetto Antares della Commissione Europea, che ci fanno riconoscere eventuali criticità nella crescita e sviluppo della pianta stessa.

L’idea del “Cardano”, infine, è di continuare a sviluppare “RO-BUSTO” negli anni futuri, con la possibilità di coinvolgere classi successive, per ottenere un prodotto sempre aggiornato sugli sviluppi della robotica didattica e dell’intelligenza artificiale. Tale prodotto potrà essere utilizzato come sistema didattico e sperimentale, oltre a essere uno speciale “exhibit” scientifico tecnologico da mostrare negli open day della scuola e in iniziative pubbliche.

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